Implantologia

Quando c’è la mancanza di uno o più denti, qualsiasi sia la causa, subentra la necessità di ripristinare gli elementi mancanti, sia per un fattore estetico, ma soprattutto per quello funzionale.
Oltre alla possibilità di un ponte o di una protesi mobile, si può ricorrere all’implantologia, la quale permette una funzione masticatoria pari a quella di una dentatura naturale integra.

CENNI STORICI 

Trent’anni fa, il chirurgo e ricercatore svedese P.I. Branemark ha scoperto il fenomeno dell’osteointegrazione, ovvero la connessione diretta tra osso vitale e la superfice in titanio puro di un impianto.

Utilizzando un intervento in due fasi chirurgiche ed una tecnica atraumatica, Branemark ha dimostrato che questa connessione tra osso e titanio è in grado di conferire un ancoraggio stabile e duraturo, il quale può essere utilizzato per supportare protesi dentali, facciali e ortopediche. Prima dell’avvento di tale tecnica, gli impianti dentali erano caratterizzati da risultati incostanti e frequentemente dovevano essere rimossi entro cinque anni. Dal 1965, migliaia di pazienti sono stati trattati con successo, prima in Svezia e successivamente nel resto del mondo, utilizzando impianti osteointegrati secondo il sistema Branemark. Questo metodo è stato introdotto in Italia nel 1984.


COS’E’?
 

È una tecnica chirurgica che consente di sostituire i denti perduti con viti di titanio.
L’impianto è appunto una piccola vite cilindrica che viene inserita nell’osso e che funzionerà da pilastro per sorreggere, successivamente, la corona protesica.
Il titanio non provoca nell’organismo la reazione da “corpo estraneo”, ma, al contrario, stabilisce una connessione diretta che è alla base della osteo-integrazione, un legame naturale con il tessuto osseo.
La tecnica implantologica è completamente indolore e atraumatica, viene eseguita ambulatoriamente, con l’utilizzo della stessa anestesia che si utilizza per curare una carie, e permette al paziente di uscire dallo studio in piena autonomia e di svolgere, anche il giorno stesso, la propria attività lavorativa.
Dopo la terapia può subentrare del fastidio minimo e di breve durata, controllabile con anti-infiammatori.

Dopo una settimana verranno rimosse le suture e a distanza di 3/4 mesi, a seconda della qualità dell’osso e della posizione, si potrà caricare l’impianto, ovvero applicare il moncone e il dente mancante.
Oggi, grazie al miglioramento delle tecniche di inserimento ed ai nuovi trattamenti di superficie degli impianti, è possibile mettere immediatamente il dente mancante ( Impianti a carico immediato).

Sarà l’odontoiatra a valutarne l’opportunità.

DURATA DELL’IMPIANTO 

E’ ormai assodato che un impianto ostointegrato ha una durata media di 20/30 anni. Mancando il legamento parodontale, ossia il sostegno del dente, l’impianto è maggiormente vulnerabile all’attacco dei batteri della placca, i quali espongono l’osso sottostante a rischio d’infezione, con conseguente perdita dell’impianto stesso (perimplantite). Per questo motivo, per garantire la durata media dell’impianto, occorre una meticolosa igiene domiciliare da parte del paziente, oltre ai controlli periodici e al trattamento di igiene professionale in studio almeno due volte l’anno. 


CONTROINDICAZIONI

L’età non è mai una controindicazione, se non legata a particolari patologie.

Assolute: 

-il diabete non compensato;
-il diabete giovanile;
-disturbi della coagulazione;
-pazienti sottoposti a terapia antitumorale, a radioterapia nel distretto facciale;
-stato di gravidanza.

Relative:

-fumo;
-osteoporosi.

IMPIANTI A CARICO IMMEDIATO 

In caso di edentulia totale o parziale è possibile usufruire di una  tecnica implantare che si avvale dell’uso del computer per mezzo di un software.

Cioè è possibile, sfruttando un esame tac, ricostruire in modo tridimensionale l’osso del paziente e programmare in maniera sicura e precisa il numero e la lunghezza degli impianti. Questi verranno inseriti utilizzando una mascherina di guida chirurgica senza “tagliare” la gengiva (Flapless). Si può immaginare la minima invasività di questo tipo di chirurgia a tutto vantaggio del paziente.

Questa tecnica consente di programmare in una unica seduta l’inserimento degli impianti e del  manufatto protesico e può essere utilizzata per un solo elemento, per un ponte e per tutta l’arcata dentaria.